Lasciata la strada asfaltata a Capocasale, si imbocca la scalinata e quindi l’ampio sentiero.      A 300 metri si svolta a sinistra verso l’attacco della via. Nei primi 150 metri dell’itinerario si superano una serie di brevi salti rocciosi verticali, aiutandosi con pioli infissi nella parete. Nei successivi 150 m il percorso è meno ripido, ma estremamente spettacolare. A seguire, la ferrata si farà decisamente più impegnativa, con tratti verticali su parete esposta e due ponti tibetani che sovrastano due profondi crepacci. Prima di incontrare il ponte tibetano vi è un sentiero che serve da via di fuga, per chi non se la sentisse di proseguire o per emergenza. I due ponti sono monofune costituiti da tre funi a “V”. A seguire non mancheranno le emozioni e le viste mozzafiato: un primo ponte tibetano porta ad un aereo spigolo roccioso dove ci si sentirà sospesi tra mare e cielo, mentre un secondo ponte dà accesso all’ultimo pilastro di roccia e porta ai piedi del Redentore.Il percorso attrezzato terminerà direttamente alla terrazza del Redentore al quale si accederà tramite un breve sentierino. Giunti al belvedere del Redentore, ammireremo l’incantevole vista del panorama del golfo di Policastro e di tutta la costa contornata dalle relative vette. A questo punto si riprende il cammino in modalità trekking, scendendo dalla vicina scalinata in pietra, tra i resti ancora ben conservati dell’antico borgo di Maratea e si proseguirà seguendo il sentiero che porta, dopo poco oltre un chilometro, sulla strada provinciale, nei pressi di Borgo Capo Casale.